Irene Ferrarese

Docente di arpa

La mia curiosità verso la musica è stata innescata da suggestioni casuali, ma molto vivide; ricordo l’arpa stregata del cartone animato Galaxy Express 999 che guardavo da bambina, e poi, certamente, l’indimenticabile Intervallo RAI… ogni volta restavo incantata davanti alla TV ad osservare quei panorami da sogno e ad ascoltare la celebre Toccata di Paradisi. Sentivo che quello sarebbe stato il mio strumento.

Ho studiato arpa classica presso il Conservatorio di musica G. Verdi di Como, e  dopo il diploma, nel 1994, ho frequentato il corso di Didattica della musica. In seguito mi sono dedicata alla musicoterapia, di cui ho conseguito nel 1998 una qualifica di insegnamento presso il CEMB di Milano (con una tesi sul metodo Tomatis).

Nel corso degli anni ho avuto modo di suonare l’arpa al fianco di diversi strumenti (violino, flauto, oboe, corno francese, tromba), nonché di esibirmi in duo e quartetto d’arpe in occasione di varie rassegne concertistiche, concorsi e serate a tema. Ho anche avuto la fortuna di suonare in orchestra e di collaborare con vari cori in Italia e in Svizzera, eseguendo molte delle opere per arpa più famose e significative (Concerto per arpa e flauto di W. A. Mozart – Concerto di G. F. Haendel – Adagietto dalla 5° Sinfonia di G. Mahler – Chichester Psalms di L. Bernstein – A cerimony of carols di B. Britten).

Nel 2008 ho intrapreso la mia collaborazione con LABOttega di Claudio Pontiggia, diventato ora buzzART, grazie al quale ho potuto esplorare musica diversa da quella  conosciuta nei miei studi classici (musica “contaminata” – come mi piace definirla) e che mi ha permesso di portare il colore dell’arpa in un genere originale e affascinante, piacevole sia da ascoltare che da suonare. Grandissima esperienza in seno a LABOttega è stato il concerto con il trombettista di fama mondiale Paolo Fresu, pubblicato su disco nel 2014; straordinarie anche le collaborazioni di buzzART con il Coro delle Acli nel 2009, con I Canterini di Lugano nel 2011 e con la Corale di Santa Cecilia nel 2018 (tutti diretti da Claudio Pontiggia), oltre al suggestivo concerto con il sassofonista Robert Bonisolo nel 2019 nell’ambito del festival Corti di musica.

L’esperienza poco edificante vissuta durante i miei anni di studio, sotto la guida autoritaria di docenti narcisiste, nevrotiche e di vedute ristrette, mi ha fatto capire molto chiaramente quel che mai e poi mai avrei voluto diventare se un giorno avessi intrapreso la via dell’insegnamento. Così, dal 1998 per la Scuola di musica del Conservatorio della Svizzera italiana e dal 2018 per la scuola Terzo Suono di Melano e Capolago, la mia missione quotidiana è una didattica evoluta e libera da cliché anacronistici, a cui mi dedico con passione, cura, sensibilità, grande responsabilità e tanto affetto nei confronti dei miei studenti.

Due cose in più su di me:

mi piace molto: Isabelle Moretti e Xavier de Maistre – Lorenzo Marone – studiare al mattino – le fotografie di Vivian Maier – aver spostato un musicista – le mie allieve che arrivano a lezione con le unghie lunghe e laccate rosso fuoco – mia figlia piccola che studia solfeggio, mia figlia grande che ripassa Scienze umane – Botero – la tovaglietta per la colazione.

Non mi piace: “l’arpa strumento degli angeli” – “ha le dita lunghe, farà il pianista” – le scarpe con i tacchi e le gonne lunghe – l’incapacità di ricambiare – i dolci di pasta sfoglia – che le persone mi deludano – gli anni Novanta (fino al ’98).

FOTO DAVIDE STALLONE